CAMPAGNA
MINE
Aggiornamento
Campagna
mine Il 7 Settembre 2000, la Campagna Internazionale
Per la Messa al Bando delle Mine (ICBL), vincitrice
del premio Nobel per la pace nel 1997, ha presentato
il secondo rapporto annuale della sua iniziativa di
monitoraggo sulle mine anti-persona: un libro di 1.115
pagine dal titolo: Landmine Monitor Report 2000:
Toward a Mine-Free World.
Il rapporto è ad oggi il testo più esaustivo
sulla situazione globale delle mine terrestri: fornisce
informazioni su ogni paese del mondo in termini di
utilizzo delle mine, produzione, commercio, stoccaggio,
sminamento umanitario e assistenza ai sopravvissuti.
Il Landmine Monitor è un'iniziativa senza precedenti
realizzata dall'ICBL per monitorare l'applicazione
e il rispetto della Convenzione di Ottawa del 1997
e, nel complesso, per valutare gli sforzi compiuti
dalla comunità internazionale nel risolvere
la crisi generata dalle mine antipersona.
L'elemento più importante che emerge da questo
rapporto è che, anche se le mine anti-persona
continuano ad essere installate e causare ancora troppe
vittime, il Trattato di Ottawa del 1997 e, più
genericamente, i movimenti per la messa al bando stanno
avendo un impatto maggiore su scala mondiale. Questo
progresso è dimostrato da:
- il numero crescente di governi che aderiscono e
attuano appieno il Trattato (ad oggi 101 ratifiche
e 138 firmatari, quasi tre quarti delle nazioni del
mondo);
- un uso ridotto di questo tipo di arma negli ultimi
anni;
- un forte calo della produzione (da 54 produttori
conosciuti a 16);
- un pressochè completo arresto del commercio
(nessun carico significativo scoperto nel 1999/2000);
- aumento della distruzione degli arsenali di mine
anti-persona (oltre 50 nazioni ne hanno distrutte
più di 22 milioni, inclusi quasi 10 milioni
da Marzo 1999);
- aumento dei finanziamenti per azioni umanitarie
contro le mine (oltre 211 milioni di dollari soltanto
nel 1999, un aumento di circa un terzo rispetto al
1998);
- una riduzione delle vittime delle mine nei paesi
più colpiti come l'Afghanistan, la Bosnia-Herzegovina,
la Cambogia e il Mozambico;
- più terre sminate (nel 1999, sette tra i
maggiori programmi umanitari di sminamento di mine/UXO
hanno bonificato complessivamente più di 168
milioni di metri quadrati di terra).
Altri risultati chiave evidenziati nel Rapporto, che
analizza il periodo compreso tra l'entrata in vigore
del Trattato nel Marzo del 1999 e la metà del
2000, includono: la ricerca del Rapporto sulle Mine
identifica 88 nazioni ancora contaminate in qualche
modo da mine antiuomo e/o ordigni inesplosi (UXO),
un numero maggiore di quello previsto.
La ricerca indica che, da marzo 1999, ci sono state
nuove vittime da mine e/o UXO in settantuno paesi.
La maggioranza (39) di questi paesi era in regime
di pace, non di guerra. I paesi con il più
alto numero di nuove vittime in questo periodo sembrano
essere l'Afghanistan, la Cambogia e, sorprendentemente,
Burma (Myanmar). Un numero significativo di nuove
vittime è stato registrato anche in Angola,
Cecenia e Kosovo.
Programmi di azione umanitaria contro le mine di diverso
genere sono stati avviati in cinquantuno paesi. Ispezioni
o valutazioni sono state promosse in 24 nazioni, e
la prima più significativa Level One Impact
Survey è stata completata nello Yemen nel luglio
2000.
Vediamo ora alcuni dati più particolareggiati
sull'Italia nel periodo compreso tra il marzo 1999
e il maggio 2000
L'Italia ratifica il Trattato sulla Messa al Bando
delle Mine il 23 aprile 1999. Il trattato entra in
vigore il I ottobre dello stesso anno. Dal febbraio
1999 all'aprile del 2000, l'Italia distrugge 2.05
milioni di mine anti-persona. Tra marzo 1999 e marzo
2000, il governo stanzia circa 7,33 milioni di dollari
per programmi di azione anti-mine. Il Senato passa
il testo di un disegno di legge per la costituzione
di un Fondo per lo Sminamento Umanitario nell'ottobre
del 1999, che attende ancora di essere approvato dalla
Camera.
L'Italia ha firmato la Convenzione di Ottawa per la
messa al bando delle mine il 3 dicembre 1997 e ha
depositato lo strumento di ratifica presso le Nazioni
Unite il 23 aprile 1999. Il trattato è entrato
in vigore per il nostro paese il I ottobre 1999. La
ratifica sembra aver segnato il culmine degli sforzi
compiuti dall'Italia per delineare un profilo del
tutto nuovo su questa materia e trasformare la pessima
reputazione del paese, annoverato fino al 1992 tra
i principali produttori ed esportatori (con Cina e
Russia) di mine antipersona.
L'importanza del ruolo delle Organizzazioni Non-Governative
(ONG) in questa fase evolutiva della politica italiana
è stata descritta nel Landmine Monitor Report
1999. Anche prima di firmare il Trattato, l'Italia
è stata una tra le poche nazioni ad aver adottato
una normativa nazionale che metteva al bando le mine
anti-persona.; la legge 374/97 a tutt'oggi è
considerata uno degli strumenti legislativi più
restrittivi al mondo.
PRODUZIONE E TRASFERIMENTO
Il passato ruolo dell'Italia, tra i principali produttori
ed esportatori di mine anti-persona, è descritto
in dettaglio nel Landmine Monitor Report 1999, nel
quale si trovano indicate le maggiori società
produttrici, Valsella, Misar e Tecnovar, i modelli
di mine da loro fabbricati e i paesi in cui esse venivano
esportate.
Sotto questo profilo, il rapporto italiano previsto
dall'Art.7 ha fornito informazioni scarse e imprecise
nella parte E (Stato dei programmi relativi alla riconversione
o allo smantellamento di strutture produttrici di
mine anti-persona). Infatti la società Valsella,
contrariamente a quanto dichiarato, è già
passata attraverso un non facile programma di riconversione
che ha coinvolto il Comune di Castenedolo, i sindacati
e la società civile. A febbraio del 1998, le
azioni Valsella Meccanotecnica sono state cedute a
due nuove società, VE&D e Prode s.r.l.,
che fabbricano veicoli ecologici.
Nella stessa parte del rapporto, nessun accenno viene
fatto alle strutture della Misar. Essa produceva mine
antipersona e attualmente risulta di proprietà
della SEI di Brescia, controllata da agosto 1998 dalla
multinazionale francese Societé Anonyme d'Explosifs
de Produit Chimique.
STOCCAGGIO E DISTRUZIONE
L'Italia ha dato inizio alla distruzione dei propri
stock di mine antipersona nel febbraio del 1999. Dei
6,5 milioni di mine anti-persona presenti negli stock,
al 31 gennaio 2000 ne erano stati distrutti 1.7 milioni,
e 2,05 milioni al 30 aprile dello stesso anno.
Il governo italiano dichiara che la distruzione degli
stock verrà completata entro ottobre del 2002,
come richiesto dalla legge nazionale. Attualmente,
vengono distrutte circa 12.000 mine al giorno, al
costo di Lire 2.500 circa (1,2 dollari) per ogni mina.
Il costo totale per la distruzione delle mine antipersona
e dei loro componenti è oggi stimato inferiore
ai 16 miliardi di lire, contro una precedente stima
di 30 miliardi.
Nel corso dell'ultimo incontro del gruppo di lavoro
dell'ISCE sulla distruzione degli arsenali, la delegazione
italiana ha dichiarato che tutti gli stock di mine
antipersona appartenenti agli Stati Uniti e presenti
in territorio italiano erano stati rimossi.