TESTIMONIANZA
Era la parola 'bellezza;
che continuava a risuonare dentro di me alla mia prima esperienza di council
e dedicando a tutti i presenti la bellezza del centro, composto da pochi oggetti
significativi ed armonici, ho concluso verbalmente questa esperienza.
Che tipo di bellezza ho vissuto al council?
La bellezza della verità in una delle sue possibili forme: il rapporto.
Ho sperimentato la verità di sentire me stessa come un campo dinamico
di energie interne ed esterne, ho percepito anche che dire 'interno' ed 'esterno'
è una semplificazione un po' grossolana.
Sento che mi imbarazza un po' intellettualizzare le comprensioni che ho vissuto
a livello esperienziale perché perdono quell'insondabile oscurità
che è parte della loro luce. In sintesi, comunque, la bellezza che ho
vissuto era la pienezza di essere vera, perché solo il rapporto vero
rende vivi e, andando a scalfire la sensazione di separatezza tanto dolorosa
che sempre mi accompagna, mi ha portato, in certi momenti, una sensazione di
possibile pace.
Non si tratta comunque di un'esperienza indolore, perché il dolore non
si può escludere dalla verità, ma di un cammino di comprensione
vissuto in una dimensione rarissima di dilatazione di me stessa che, e sembra
quasi un paradosso, mi restituiva evidenti e tangibili, le mie particolarità
di individuo singolo.
Una doppia visione perciò: simultaneamente vedevo più profondamente
in me stessa e accoglievo l'altro (gradevole, sgradevole o neutro) come parte
di me.
Questa esperienza è il risultato della potente energia del cerchio (la
forma in cui il council si attua), della forza del talking piece, il "pezzetto
di anima" che continua a passare di mano in mano, simbolo tangibile di
quell'anima che ognuno contribuisce a costruire e che comprende e unifica tutti.
Non meno potente dell'esperienza visiva e sensoriale la consegna interiore:
ascoltare dal cuore, parlare dal cuore e, anche se non mi è stato sempre
possibile, comunque si è verificato spesso.
Paola Cortellazzo